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Category: Patologie

Ginocchio varo

Il ginocchio si definisce varo quando il femore e la tibia non sono perfettamente allineati, ma formano un angolo ottuso aperto medialmente (cioè verso l’altro ginocchio). Questa condizione determina un aspetto degli arti inferiori a “parentesi contrapposte”. Molto spesso il ginocchio varo si manifesta già in età puberale come un disturbo evolutivo senza cause evidenti. La deformità interessa in prevalenza la porzione superiore della tibia, che presenta uno sviluppo insufficiente nel versante mediale (tibia vara).

Altre possibili cause sono lesioni legamentose inveterate (lassità del legamento collaterale laterale e del punto d’angolo postero-esterno), fratture mal consolidate, artrosi del compartimento mediale, disturbi neurologici, malattie ossee focali, etc.

Il ginocchio varo comporta un sovraccarico del compartimento mediale del ginocchio, che si trova a sostenere la maggior parte del peso corporeo durante la deambulazione.
Mentre un varismo modesto può non avere conseguenze cliniche, uno severo può condurre ad una meniscopatia degenerativa mediale fino ad un’artrosi precoce.

Per chi accusa dolore all’anca e al ginocchio, da Orthom è possibile effettuare la Spinometria, la Visita posturale globale, Baropodometria e test neuromuscolare, gait analysis.

Ginocchio valgo

Per ginocchio valgo s’intende una deformità del ginocchio per cui questo tende verso l’interno. Ciò accade quando il femore e la tibia non sono perfettamente allineati, ma formano un angolo ottuso aperto lateralmente. Questa condizione viene definita, nel linguaggio comune, “ginocchia a X”.

Molto spesso il ginocchio valgo si manifesta già in età puberale come un disturbo evolutivo senza cause evidenti e solitamente viene corretto senza bisogno di alcun intervento prima dei 9 anni di vita. Si procede intervenendo con delle terapie correttive oppure, in casi dove il difetto è grave, il trattamento vede solo la soluzione chirurgica.

Il ginocchio valgo è la conseguenza della mancata calcificazione ossea e compare dal momento in cui interviene l’azione del peso corporeo, cioè quando il bambino inizia a muovere i primi passi.

Nell’adolescente, invece, si manifesta nei soggetti costituzionalmente gracili e con i muscoli poco sviluppati. In questo caso, la causa potrebbe essere attribuita a disturbi di tipo ormonale che ostacolano la cartilagine di coniugazione.

Lombosciatalgia

La lombosciatalgia è caratterizzata da dolori a livello del rachide lombare o lombosacrale, che s’irradiano all’arto inferiore dove si trova il nervo sciatico.

Il dolore può localizzarsi sia posteriormente (regione glutea, faccia posteriore di coscia e gamba) verso la pianta del piede, sia irradiarsi alla parte laterale di coscia e gamba verso il dorso del piede e all’alluce. Il dolore lombosciatalgico, causato dalla compressione nervosa (dolore radicolare) viene spesso descritto come acuto, lancinante, relativamente ben delimitato, simile a una scossa elettrica; possono essere presenti e concomitanti alterazioni della sensibilità quali formicolio, intorpidimento, riduzione della forza di alcuni gruppi muscolari della gamba, del piede, della coscia e conseguenti difficoltà nel cammino.

Le cause della lombosciatalgia possono essere:

  • lavori pesanti
  • sollevamento occasionale di pesi
  • torsione ripetitiva del tronco
  • alterazioni patologiche della curve della colonna vertebrale
  • eventuali precedenti interventi chirurgici alla colonna vertebrale (recidive erniarie).

Per chi soffre di lombalgia (cervicalgia, dorsalgia, sciatalgia, lombosciatalgia) o mal di testa, Orthom offre i servizi Cervical Test, Spinometria e Visita Posturale globale.

Sciatalgia

La sciatalgia, o sciatica, è una condizione medica caratterizzata dalla sensazione dolorosa, più o meno intensa, lungo le aree anatomiche percorse dal nervo sciatico (che, in breve, sono: zona lombare della schiena, gluteo, coscia, gamba e piede).

La principale causa di sciatalgia è la compressione, con effetti irritativi, del nervo sciatico o delle sue radici a livello spinale.

A determinare la compressione irritativa del nervo sciatico può essere: un’ernia del disco spinale, una stenosi vertebrale o foraminale, con sede lungo il tratto lombo-sacrale della colonna vertebrale, un tumore spinale lombo-sacrale, la sindrome del piriforme, la gravidanza avanzata ecc.

Spesso, laddove può causare dolore, la sciatalgia è responsabile anche di altri sintomi, quali: formicolio, intorpidimento, debolezza muscolare e difficoltà di movimento.

Per una diagnosi corretta di sciatalgia, è spesso sufficiente l’esame fisico associato a un’accurata anamnesi. Tuttavia, i medici tendono a ricorrere ad altri test diagnostici più approfonditi, per capire con precisione quali sono le cause scatenanti la condizione dolorosa.

Il trattamento varia in base alla gravità della condizione: per forme di sciatica più lievi, potrebbe bastare il riposo; per le forme di sciatica moderate e per quelle gravi, invece, è indispensabile l’intervento del medico, che potrebbe prescrivere farmaci, fisioterapia mirata e, in casi estremi, anche un intervento chirurgico.

Dorsalgia

La dorsalgia è una patologia della colonna vertebrale che si manifesta attraverso un dolore nel tratto centrale della schiena (dalla vertebra D1 e la vertebra D12) e può originare o dalle strutture muscolo-scheletriche (vertebre, costole, muscoli, tendini) oppure può derivare da patologie che colpiscono gli organi interni (cuore, polmoni, fegato..).

La dorsalgia è una patologia che può scatenarsi per diversi motivi raggruppabili in due macro-aree:

1) Cause derivanti dalle strutture muscolo-scheletriche:

  • quando si resta a lungo con la schiena piegata davanti al computer causando delle alterazioni posturali;
  • quando si verificano microtraumi ripetuti in ambito lavorativo e sportivo;
  • quando si soffre di cervicalgia (solitamente causata da stress, disturbi posturali e scarsa forma fisica);
  • in presenza di artrosi;
  • in presenza di scoliosi;
  • quando si soffre di osteoporosi grave;
  • nei casi in cui si manifestano delle infezioni ossee (come ad esempio la “Malattia di Pott” che è una forma di tubercolosi che attacca le vertebre);
  • in presenza di malattie reumatologiche (come ad esempio la “Spondilite anchilosante” che colpisce la colonna vertebrale);

2) Cause derivanti dalle patologie legate agli organi interni

  • quando si verifica una contrattura del diaframma che può essere causata da stress o sovraccarico fisico;
  • quando si verificano stati di sofferenza dello stomaco (come ad esempio la gastrite).

Mal di schiena

La lombalgia, più comunemente detta mal di schiena, è un disturbo comune che coinvolge i muscoli e le ossa della schiena. Essa colpisce, ad un certo punto della loro vita, circa il 40% delle persone. La lombalgia può essere classificata, per durata, come:

  • acuta (dolore di durata inferiore alle 6 settimane)
  • sub-cronica (da 6 a 12 settimane)
  • cronica (più di 12 settimane)

La chiave di passaggio fra la lombalgia acuta e quella cronica è costituita dai fattori secondari, ossia fattori di persistenza del dolore anche a fronte di una totale guarigione delle strutture rachidee lese. Questi fattori sono sia fisici sia, soprattutto, psichici e sociali. Da qui la definizione di sindrome bio-psico-sociale.

I fattori di rischio fisici sono:

  • una pregressa lombalgia
  • una lunga durata dei sintomi
  • un dolore esteso
  • un dolore irradiato agli arti inferiori
  • una limitazione della mobilità articolare
  • una errata gestione ergonomica e posturale del corpo
  • un basso livello di attività fisica
  • il sovrappeso
  • il fumo
  • altri disturbi dell’apparato locomotore.

I fattori di rischio psichici sono:

  • lo stress
  • la scarsa cura personale
  • un’auto-valutazione di scarsa salute
  • la depressione.

Nella presentazione comune della lombalgia acuta, il dolore si sviluppa dopo movimenti che comprendono il sollevamento, la torsione o la flessione anteriore del tronco. I sintomi possono iniziare subito dopo tali movimenti o al risveglio della mattina seguente. La descrizione dei sintomi può variare da un dolore in un particolare punto ad uno più diffuso. Esso può o non può peggiorare con certi movimenti, come sollevare una gamba o assumendo particolari posizioni, come sedersi o stare in piedi. Un dolore irradiato lungo le gambe (noto come sciatica) può essere presente. La prima esperienza di lombalgia acuta avviene solitamente tra i 20 e i 40 anni. Questo evento è spesso il primo motivo che spinge una persona adulta a consultare un medico. Episodi ricorrenti si verificano in più della metà delle persone e gli episodi successivi si caratterizzano per essere generalmente più dolorosi rispetto al primo.
Insieme alla lombalgia possono verificarsi altri disturbi. La lombalgia cronica è associata a problemi di sonno, tra cui un tempo maggiore necessario per addormentarsi, disturbi durante il sonno, una minore durata di esso e meno riposo. Inoltre, la maggior parte degli individui con lombalgia cronica mostra sintomi di depressione o di ansia

Edemi arti inferiori (flebiti, edemi vascolari, stasi venose e linfatiche, elefantiasi) – Linfedema

L’edema è un accumulo di liquidi negli spazi interstiziali dell’organismo. Il sintomo più evidente di questa condizione è il gonfiore che, come tutti sanno, caratterizza diverse patologie.

Quando rimaniamo in piedi per lungo tempo i piedi si gonfiano. Stare in piedi implica infatti un aumento della pressione venosa (la gravità ostacola il ritorno del sangue dagli arti inferiori al cuore). A causa di questo aumento pressorio, tutto il capillare tende a filtrare, sia all’estremità venosa che a quella arteriosa, manca il riassorbimento e ciò causa l’accumulo di liquidi (edema). Analogo discorso se una vena è occlusa da un trombo (flebite): il sangue non riesce a passare, la pressione venosa aumenta, il capillare riassorbe con difficoltà, si accumula liquido nello spazio interstiziale e si forma l’edema.
Un inadeguato drenaggio linfatico, il diabete, uno scorretto stile di vita, possono essere a loro volta responsabili di edemi e gonfiori.

Orthom fornisce bendaggi funzionali e calze elasto-compressive preventive o terapeutiche.

 

Il linfedema, che può interessare sia gli arti inferiori sia gli arti superiori, è una condizione clinica caratterizzata da un accumulo di linfa nei tessuti, come conseguenza di un danno al sistema linfatico. Il linfedema presenta sintomi caratteristici, come edema e sensazione di pesantezza, tensione e indolenzimento dell’arto interessato. Con una adeguata terapia è possibile ridurre l’edema e migliorare sintomi e disturbi funzionali causati dall’occlusione linfatica.

Orthom fornisce guanti e bracciali specifici per il trattamento del linfedema, sia predisposti sia realizzati su misura.

Malattie Vascolari

Le malattie vascolari sono un gruppo di patologie che colpisce il cuore o i vasi sanguigni. Il restringimento, l’ostruzione o l’eccessivo allargamento (aneurisma) dei vasi sanguigni che possono accompagnare questa malattia, sono infatti responsabili di patologie molto diffuse, come quelle coronariche ( angina pectoris ed infarto), cerebrovascolari (ictus ) e vascolari periferiche (claudicatio intermittens).

Cura e prevenzione

Le malattie vascolari costituiscono la causa di gran lunga più frequente di mortalità e invalidità nella popolazione adulta,assieme ad ictus e infarto.
La principale lotta alle malattie vascolari consiste nella prevenzione, che comprende l’informazione e l’educazione per un più corretto stile di vita, per un più efficace controllo dei principali fattori di rischio e per consentirne una diagnosi precoce con un conseguente trattamento sia esso medico, farmacologico o chirurgico.Le malattie vascolari possono interessare le arterie (vasi che portano sangue dal cuore ai vari organi) dette quindi arteriopatie, o interessare le vene ( vasi che portano sangue dai vari organi al cuore) dette quindi flebopatie.

Sintomi

  • senso di intorpidimento;
  • paralisi di una parte del corpo;
  • difficoltà nella parola;
  • difficoltà a mandare giù la saliva;
  • problemi visivi;
  • perdita di equilibrio e coordinazione.

Orthom: Baropodometria e realizzazione di Plantari su misura biomeccanici o flebologici

Complicanze

AMPUTAZIONI parziali o totali piede, transfemorale (coscia) e transtibiale (gamba)

La causa più comune di amputazione dell’arto inferiore nel mondo sviluppato è ancor oggi legata alla malattia vascolare periferica. Tale malattia è suddivisa in arterosclerosi, conseguenze del diabete mellito, malattia di Burger. Si tratta di una patologia che colpisce la popolazione anziana anche se esistono fattori che abbassano la media dell’età di amputazione quali, ad esempio, l’economia, lo stile di vita, il fumo ecc. Nei casi di malattia vascolare, l’assenza di gangrena nella fase preoperatoria nell’arto ischemico e la presenza di emoglobina inferiore a 120 g/dl sono i fattori rischio in caso di mancata guarigione delle cicatrici dell’amputazione.
È importante ricordare che la vasculopatia può anche essere associata ad altre patologie cronico-degenerative sistemiche quali l’insufficienza cardio-vascolare che può provocare infarto, il diabete e le sue complicanze (retinopatia cardio-vascolare, neuropatia periferica, nefropatia diabetica), disturbi respiratori.

Le patologie vascolari che incidono maggiormente sulle decisioni di amputazioni sono:

  • l’arteriopatia cronica ostruttiva periferica su base aterosclerotica che consiste in un’alterazione della struttura vasale legata al deposito di minerali e grassi. Questo provoca un ispessimento delle pareti vasali e una riduzione del lume. La conseguenza è il mancato irroramento dei tessuti a monte della restrizione;
  • la vasculopatia diabetica: in presenza del diabete e del diabete mellito, patologie caratteristiche della elevata presenza di glucosio nel sangue per incapacità delle cellule beta del pancreas di produrre insulina, accelera il processo ostruttivo dei vasi e crea lesioni alle delle zone periferiche, questo provoca delle ulcere che non guariscono facilmente. Nel caso in cui queste ulcere siano presenti su varie parti del piede, talvolta si rende necessaria l’amputazione dell’arto
    (http://www.pietrodifalco.com/tecnico-ortopedico__trashed/protesi/eziologia-amputazioni/).

Orthom: Realizzazione protesi funzionali e/o estetiche in silicone, cuffie post-operatorie, bendaggi funzionali, plantare flebologico

Piede piatto e piede cavo

Il ruolo delle articolazioni del piede è sia quello di orientare il piede nello spazio e modificare la forma e la relativa curvatura della volta plantare, e sia la quella di scaricare le forze di carico e ammortizzare gli urti.

Ad una notevole importanza dal punto di vista biomeccanico si associa una altrettanta importanza dal punto di vista sensoriale; infatti ad ogni passo il piede “raccoglie” tutte le informazioni dal terreno e regola di conseguenza la risposta motoria. Il piede, appunto, grazie ai suoi cambiamenti di curvatura si adatta ai terreni.

Si possono avere diverse alterazioni della normale funzionalità del piede, i 2 casi più classici sono quelli del piede piatto e del piede cavo: il piede piatto è un’alterazione dell’arco longitudinale e trasversale del piede che determina un’impronta plantare aumentata sul terreno; il piede cavo, invece, è ovviamente il contrario, ovvero un’area di appoggio del piede limitata alla parte anteriore e al calcagno, la parte intermedia può avere un contatto limitato o addirittura assente in base al grado di gravità del piede cavo.

Nella fisiologia del passo di un piede “normale” vi è un’alternanza continua tra piede piatto e piede cavo, ovvero nella fase d’appoggio il piede prona e quindi diventa piatto per ammortizzare il peso al suolo e “sentire” il terreno per poi supinare e quindi diventare cavo e trasformarsi in una leva rigida e pronta per la propulsione del passo. Possiamo dunque considerare un piede piatto come un piede più statico o sensitivo mentre un piede cavo come un piede più dinamico o motorio.

Ecco ancora il piede come organo di senso e di moto.

Fondamentale è l’anamnesi iniziale e la valutazione posturale per capire se siamo di fronte ad un “reale” piede piatto o cavo, e dunque alla necessità di un consulto medico a riguardo.

Per combattere i disturbi derivanti da un piede piatto o da un piede cavo, Orthom offre Baropodometria e realizzazione su misura di:

  • PLANTARE BIOMECCANICO REALIZZATO CON SISTEMA CAD-CAM, SU PODOGRAMMA O SU CALCO
  • PLANTARI IN CARBONIO
  • SOLETTA POSTURALE ENERGETICA

Dorso Curvo

Il dorso curvo è una patologia conosciuta anche come “ipercifosi” o “cifosi dorso-lombare” (quando si localizza nella parte bassa della colonna) ed è un dismorfismo che colpisce la schiena e si manifesta attraverso una deviazione della colonna vertebrale: il tratto dorsale della colonna si flette in avanti e ne modifica la normale andatura. Oltre al danno estetico, tende a schiacciare anteriormente le vertebre, a provocare difficoltà respiratorie e continui dolori vertebrali.
La patologia del dorso curvo, come anche la scoliosi, è tipica degli adolescenti perché tende ad aggravarsi durante gli anni della crescita delle ossa, ma può presentarsi anche in età geriatrica.

Per la scoliosi adolescenziale e dorso curvo, da Orthom si realizzano:
ORTESI TRONCO scoliosi e dorso curvo – Spinometria, Scansione 3D e realizzazione su misura busti rigidi:

  • Cheneau
  • Sforzesco SPoRT
  • Art brace
  • Lionese
  • Milwakee
  • La padula
  • Maguelone
  • Charleston
  • MA dorso curvo
  • Providence
  • Boston
  • Sibilla