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Category: Patologie

Tetraparesi spastica

La tetraparesi spastica è una forma di paralisi che coinvolge contemporaneamente la muscolatura volontaria di tutti e quattro gli arti. Questa condizione è associata a deficit della sensibilità più o meno estesi e alla perdita parziale o completa del movimento.
Il quadro clinico della tetraparesi spastica è caratterizzato, inoltre, da rigidità ed ipertono muscolare (sindrome piramidale); i riflessi osteotendinei sono accentuati negli arti affetti ed i movimenti volontari sono insufficienti e scarsamente coordinati.
La tetraparesi spastica può derivare da compressioni o traumi del midollo spinale a livello del rachide cervicale, oppure da problemi circolatori che comportano ischemia del tessuto nervoso. Questa manifestazione si può riscontrare anche nelle paralisi cerebrali infantili, condizioni che dipendono da un danno neurologico subìto durante o subito dopo il parto.
Altre cause comprendono poliomielite, sclerosi multipla ed alcuni tumori cerebrali.

Distrofia Muscolare

Con “distrofia muscolare” individuiamo un gruppo di malattie genetiche, molto spesso anche ereditarie, che indeboliscono i muscoli e riducono le capacità motorie delle persone affette.Si tratta di malattie progressive e invalidanti, che tendono quindi a peggiorare col passare del tempo, fino a creare difficoltà persistenti nello svolgere le attività quotidiane, anche le più semplici.
La distrofia muscolare è scatenata da una o più mutazioni genetiche.
Nei bambini, i sintomi iniziali della distrofia muscolare compaiono sotto forma di un ritardo generale dello sviluppo e una generale difficoltà a camminare, ad alzarsi e una tendenza a cadere spesso. I muscoli superiori del tronco e della spalla si formano ma non sono resistenti.
Le forme più diffuse sono la distrofia muscolare di Duchenne e quella di Becker; esistono però un’infinità di forme intermedie, e pressoché in ogni soggetto il decorso della malattia appare differente rispetto ad altri soggetti.

Paralisi

Per paralisi si intende la perdita totale o parziale (nel primo caso si parla di paralisi propriamente detta o plegia) non reversibile della funzione motoria di un organo, causata da lesione del nervo motore o da patologia di natura tossica, infiammatoria, o meccanico-traumatica del sistema nervoso o delle fibre muscolari.

Dal punto di vista sintomatologico si distinguono due tipi di paralisi:

  • la paralisi flaccida, nella quale la muscolatura si presenta ipotonica, come nel caso di botulismo
  • la paralisi spastica, tipica del tetano nella quale, al contrario, i muscoli si presentano ipertonici.

La paralisi può decorrere o meno con la perdita della sensibilità, dipendendo questo fatto dalla contemporanea lesione della componente sensitiva nervosa.

Ictus

L’ictus (in inglese stroke) è una condizione patologica acuta che può essere causata da un’ostruzione completa o parziale di un vaso arterioso cerebrale (ictus ischemico) o da un’emorragia cerebrale per la rottura del vaso colpito (ictus emorragico). Qualunque sia la causa, nella zona cerebrale colpita da ictus viene a mancare il flusso ematico: ne risulta così un deficit neurologico funzionale più o meno grave che può essere sensitivo o motorio.
Il cervello necessita di un apporto costante di ossigeno e glucosio, assicurato dal circolo sanguigno. A differenza di altri organi, il cervello non è in grado di accumulare scorte di glucosio per sopravvivere nel caso in cui venga a mancare il flusso sanguigno. Pertanto, bastano pochi minuti di interruzione del regolare apporto di ossigeno e glucosio per provocare la morte delle cellule cerebrali (i neuroni) della zona non irrorata dal sangue.

  • Ictus ischemico, denominato anche infarto cerebrale, è dovuto al blocco del flusso sanguigno per chiusura di un’arteria che porta il sangue al cervello. La chiusura di un’arteria può avvenire in modo improvviso, a causa di un embolo (frammento di parete arteriosa o del cuore che si stacca ed entra nel circolo sanguigno) oppure può avvenire in modo graduale, per il progressivo restringimento del vaso dovuto all’ispessimento delle pareti (aterosclerosi) e alla formazione di grumi di sangue coagulato (trombosi).
  • Ictus emorragico, dovuto alla rottura di un’arteria cerebrale. Questo può verificarsi in tre tipi diversi di circostanze: brusco aumento della pressione arteriosa (in questo caso si verifica un’emorragia cerebrale); rottura di un aneurisma, cioè di una porzione della parete di un’arteria malformata (in questo caso si verifica una emorragia subaracnoidea); alterazione della coagulazione del sangue, per esempio in seguito a trattamento con farmaci anticoagulanti.

Scoliosi

La scoliosi è una forma di dismorfismo ed è una condizione che implica una complessa curvatura laterale e di rotazione della colonna vertebrale. La rotazione delle vertebre determina il gibbo, in genere costale.
Questa deformazione è più evidente a livello costale. Esistono delle eccezioni in cui non vi è rotazione ma vi è un “atteggiamento scoliotico”. Nel caso di atteggiamento scoliotico si parla di paramorfismo. La colonna vertebrale scoliotica contiene muscoli atrofici ad un lato e muscoli ipertrofici dall’altro che la deformano ed è spesso associata a cifosi e lordosi. Si stima che, approssimativamente, il 65% dei casi di scoliosi sia idiopatica, circa il 15% siano congenite e circa il 10% siano secondarie a una patologia neuromuscolare (dopo poliomielite, distrofie muscolari, ecc.)

Dolore all’anca, dolore al ginocchio

Il dolore all’anca è un sintomo che riconosce diverse cause. Innanzitutto, può manifestarsi in seguito a traumi o lesioni croniche da uso successivo. Le fratture a carico dell’anca sono molto frequenti negli anziani, in particolare tra coloro che soffrono di osteoporosi.
Un dolore avvertito all’inguine può indicare una patologia a carico dell’articolazione dell’anca, come ad esempio una contrattura, una lussazione traumatica o un’osteoartrosi, quest’ultima molto comune negli anziani. Quando il dolore all’anca è ad esordio rapido, invece, è necessario prendere in considerazione un’infezione o un’artrite infiammatoria.
In alcune di queste condizioni, il dolore evocato dal movimento dell’articolazione dell’anca può essere percepito lungo la coscia fino ad arrivare al ginocchio. Infatti, può accadere che i pazienti lamentino un dolore al ginocchio, quando invece il problema risiede solamente nell’anca.
Il dolore laterale dell’anca può essere causato da borsite o tendinite del medio gluteo.

Il ginocchio è una delle parti anatomiche più complesse del corpo umano e anche una delle più soggette a stress fisico, fastidi, gonfiore e dolore. Proprio per la sua super funzionalità, l’articolazione del ginocchio può andare incontro facilmente a situazioni di dolore (gonalgia), più o meno intense e frequenti.

Il dolore al ginocchio può anche verificarsi come esito diretto di un trauma o di movimenti improvvisi che lo forzano oltre il suo ambito di movimento normale.
In alcuni casi, invece, le lesioni possono svilupparsi in modo più progressivo; i problemi al femore o ai piedi, ad esempio, possono far camminare male, influendo negativamente sull’allineamento delle ginocchia e quindi causare danni che insorgono lentamente con il passare del tempo.
I problemi possono infine essere causati dal normale logorio dovuto all’età. Le articolazioni, più o meno come gli pneumatici, si consumano con il passare del tempo.

Per chi accusa dolore all’anca e al ginocchio, da Orthom è possibile effettuare la Spinometria, la Visita posturale globale, Baropodometria e test neuromuscolare, gait analysis.

Dolore ai piedi

Per quanto riguarda il dolore ai piedi, fra i disturbi più comuni individuiamo la metatarsalgia e la spina calcaneare.

La metatarsalgia è un disturbo del piede, caratterizzato da una sensazione dolorosa in corrispondenza delle ossa metatarsali (che nel loro insieme formano il cosiddetto avampiede). A scatenarne la comparsa, di solito, interviene un insieme di fattori, i quali, se presi singolarmente, difficilmente provocherebbero la stessa sintomatologia dolorosa.
La diagnosi di metatarsalgia richiede un accurato esame obiettivo e un’attenta analisi della storia clinica del paziente. In base al risultato delle ricerche diagnostiche, è possibile stabilire la terapia conservativa più appropriata. Il trattamento chirurgico è una possibilità assai remota, che viene praticata solo in casi davvero molto gravi.

La spina calcaneare (o sperone) è una esostosi, cioè una neoformazione benigna di osso, situata nella zona inferiore del tallone. Generalmente, si forma a livello mediale del calcagno, nel punto in cui ha origine la fascia plantare. La causa dell’esostosi è l’infiammazione della fascia plantare a livello dell’inserzione sul tallone (entesopatia), con provoca un deposito di sali di calcio. Con il passare del tempo, l‘accumulo di calcio a livello del tallone provoca la formazione della spina calcaneare.

Lo sperone o spina calcaneare è una patologia a carattere degenerativo, dovuta principalmente all’artrosi o al cronicizzarsi della fascite plantare; a volte può essere anche asintomatica. Non provoca dolore, proprio come gli osteofiti che si formano nelle articolazioni artrosiche; inoltre, il suo sviluppo è molto lento, nel momento in cui si vede nella radiografia significa che la crescita è iniziata già da una decina di anni.

La spina calcaneare si manifesta attraverso la seguente sintomatologia:

  • dolore al tallone durante il carico;
  • difficoltà, se non dolore, a effettuare attività sportiva di carico;
  • gonfiore nella zona interessata (soltanto in alcuni casi).

Il paziente spesso riferisce che il dolore ai piedi si acuisce con una determinata tipologia di scarpe e spesso quando rimane scalzo. Invece, il dolore tende a diminuire con il riposo a letto.

Per approfondire le cause del dolore ai piedi e porvi rimedio, da Orthom è possibile effettuare la Spinometria, la Visita posturale globale, Baropodometria e test neuromuscolare, gait analysis.

Cervicale, mal di testa (emicrania e cefalea)

Il termine cervicalgia, che si riferisce alla zona cervicale, definisce un generico dolore al collo che si protrae per un periodo di tempo variabile. Si tratta di un disturbo muscolo-scheletrico estremamente diffuso tra la popolazione. Le cause principali di dolore alla cervicale sono:

  • sedentarietà
  • postura scorretta
  • colpi di freddo
  • colpi di frusta
  • ernie cervicali
  • ipercifosi dorsale
  • iperlordosi lombare

La cervicalgia è percepita come un dolore costante, di entità variabile, a livello del rachide cervicale.
Il dolore può essere affiancato da sintomi secondari, quali:

  • tensione ed affaticamento muscolare
  • intorpidimento e formicolio localizzato
  • brachialgia
  • debolezza del braccio e della mano
  • vertigini
  • nausea

Per quanto riguarda il mal di testa, invece, fra i disturbi più comuni individuiamo emicrania e cefalea:

  • emicrania: mal di testa intenso e pulsante
  • cefalea: mal di testa comune

Per chi soffre di cervicalgia o mal di testa, Orthom offre i servizi Cervical Test, Spinometria e Visita Posturale globale.

Lombalgia

La lombalgia, più comunemente detta mal di schiena, è un disturbo comune che coinvolge i muscoli e le ossa della schiena. Essa colpisce, ad un certo punto della loro vita, circa il 40% delle persone. La lombalgia può essere classificata, per durata, come:

  • acuta (dolore di durata inferiore alle 6 settimane)
  • sub-cronica (da 6 a 12 settimane)
  • cronica (più di 12 settimane)

La chiave di passaggio fra la lombalgia acuta e quella cronica è costituita dai fattori secondari, ossia fattori di persistenza del dolore anche a fronte di una totale guarigione delle strutture rachidee lese. Questi fattori sono sia fisici sia, soprattutto, psichici e sociali. Da qui la definizione di sindrome bio-psico-sociale.

I fattori di rischio fisici sono:

  • una pregressa lombalgia
  • una lunga durata dei sintomi
  • un dolore esteso
  • un dolore irradiato agli arti inferiori
  • una limitazione della mobilità articolare
  • na errata gestione ergonomica e posturale del corpo
  • un basso livello di attività fisica
  • il sovrappeso
  • il fumo
  • altri disturbi dell’apparato locomotore.

I fattori di rischio psichici sono:

  • lo stress
  • la scarsa cura personale
  • un’auto-valutazione di scarsa salute
  • la depressione

Nella presentazione comune della lombalgia acuta, il dolore si sviluppa dopo movimenti che comprendono il sollevamento, la torsione o la flessione anteriore del tronco. I sintomi possono iniziare subito dopo tali movimenti o al risveglio della mattina seguente. La descrizione dei sintomi può variare da un dolore in un particolare punto ad uno più diffuso. Esso può o non può peggiorare con certi movimenti, come sollevare una gamba o assumendo particolari posizioni, come sedersi o stare in piedi. Un dolore irradiato lungo le gambe (noto come sciatica) può essere presente. La prima esperienza di lombalgia acuta avviene solitamente tra i 20 e i 40 anni. Questo evento è spesso il primo motivo che spinge una persona adulta a consultare un medico. Episodi ricorrenti si verificano in più della metà delle persone e gli episodi successivi si caratterizzano per essere generalmente più dolorosi rispetto al primo.

Insieme alla lombalgia possono verificarsi altri disturbi. La lombalgia cronica è associata a problemi di sonno, tra cui un tempo maggiore necessario per addormentarsi, disturbi durante il sonno, una minore durata di esso e meno riposo. Inoltre, la maggior parte degli individui con lombalgia cronica mostra sintomi di depressione o di ansia

La Spinometria e una Visita Posturale Globale sono i servizi che offre Orthom per individuare e combattere la lombalgia.